“♫ ♪ ♫ Quando è l’ora,
la Befana alla scopa salta in groppa,
♫ ♪ ♫ d’impazienza già trabocca, ♫ ♪ ♫
♫ ♪ ♫ l’alza su la tramontana fra le nuvole galoppa,
ogni bimbo nel
suo letto, fà l’esame di coscienza, ♫ ♪ ♫
♫ ♪ ♫ maledice il capriccetto benedice l’ubbidienza,
la mattina al
primo raggio si precipita al camino ♫ ♪ ♫
♫ ♪ ♫ un bel
dono al bimbo saggio, al cattivo un carboncino! ♫ ♪
♫”
La notte tra il
5 e il 6 gennaio è considerata una notte magica…si dice, addirittura, che gli
animali possano parlare…
Questa Festa del Sole, la cui origine si perde
nella notte dei Tempi, è intesa come “manifestazione dell’Invisibile che diventa
Visibile;” l’Epifania festeggia la Terra che dopo aver dato i suoi frutti ora
riposa e i giovani del villaggio, per ringraziarla, la “purificavano” raccogliendo
rami e sterpaglie in fascine a cui davano poi fuoco in un falò comune, l’intenzione,
era quella di purificare la Terra
dagli influssi negativi.
Il lemma “Epifanìa s. f. [dal lat. tardo epiphanīa, gr. ἐπιϕάνεια, in origine agg. neutro pl., «(feste) dell’apparizione» e quindi «manifestazione* (della divinità)», da ἐπιϕανής «visibile», der. di ἐπιϕαίνομαι «apparire»].” – (tratto dal sito Treccani.it).
*Manifestazione di una divinità che palesa la sua presenza attraverso un segno: una visione, un sogno, un miracolo, una guarigione ecc.) a cui si riesce a dare un significato sino ad allora celato.
"Nel cristianesimo
la festività commemora il battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano,
l’adorazione da parte dei Magi e il primo miracolo alle nozze di Cana dove l’acqua
si mutò in vino nuovo.
Si narra che in
questa notte i Re Magi giunsero a Betlemme, per conoscere il Re dell’Universo
che si manifestava (Epifania) al mondo portandogli dei doni: l’ORO, per indicare
la regalità di Gesù o i nostri sacrifici; l’INCENSO delle nostre preghiere; la
MIRRA, usata nella preparazione dei corpi per la sepoltura, l’espiazione dei peccati attraverso la morte o
il nostro pentimento.
«Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra» (Mt. 2, 9-11). Come i pastori erano stati chiamati dall’angelo a partecipare della Gloria di Dio e della pace degli uomini, così ora i Magi, esperti astronomi, venivano guidati dalla stella per partecipare anch’essi all’evento che ha mutato storia e destini. Leggiamo da sant’Agostino:
«Da pochissimi giorni abbiamo celebrato il Natale del Signore, in questi giorni celebriamo con non minore solennità la sua manifestazione, con la quale cominciò a farsi conoscere dai pagani… Era nato colui che è la pietra angolare, la pace fra provenienti dalla circoncisione e dalla incirconcisione, perché si unissero in lui che è la nostra pace e che ha fatto dei due un popolo solo.
Tutto questo
è stato prefigurato per i Giudei nei pastori, per i pagani nei Magi… I pastori
giudei sono stati condotti a lui dall’annuncio di un angelo, i Magi pagani
dall’apparizione di una stella» (Sermone 201,1; PL 38 1031).
L’Epifania, dunque, celebra l’universalità della Chiesa: Emmanuele, «Dio con noi», è giunto in Terra per chiamare ognuno alla Verità e per indicare la strada per raggiungerla e salvarsi.
I Re Magi, che appartenevano alla casta
sacerdotale ereditaria della religione zoroastriana, hanno creduto nei segni celesti,
«i cieli narrano la gloria di Dio» (Sal. 19, 2), li hanno saputi decifrare e
con immensa gioia si sono genuflessi a Cristo Re.
Non hanno proposto alla Madonna e a San Giuseppe di educare il Bambino Divino nella loro religione, ma si sono sottomessi al Pargolo celeste;
Non hanno proposto alla Madonna e a San Giuseppe di educare il Bambino Divino nella loro religione, ma si sono sottomessi al Pargolo celeste;
- non hanno cercato un dialogo, un confronto, uno scambio di opinioni;
- non hanno neppure portato la loro esperienza o le loro interpretazioni,
- questi sapienti si sono umilmente prostrati alla Verità, all’Amore, alla Bellezza che avevano dinnanzi.
E il posto della stella è stato preso dal Vangelo, che invita ancora alla conversione di tutte le genti a Cristo, l’Unto di Dio.
Nel 614 la Palestina fu occupata dai Persiani guidati da Re Cosroe II e
distrussero quasi tutte le chiese cristiane, risparmiando la Basilica della
Natività di Betlemme perché sulla facciata vi era un mosaico raffigurante i
Magi vestiti con l’abito tradizionale persiano.
Marco Polo afferma di aver visitato le tombe dei Magi nella città di Saba, a sud di Teheran, intorno al 1270: «In Persia è la città ch’è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente» (Il Milione, cap. 30).
Nel 1162 l’imperatore Federico Barbarossa fece distruggere la chiesa di Sant’Eustorgio a Milano, dove erano state portate le salme dei Magi (alle quali era giunta, secondo la Tradizione, sant’Elena) e se ne impossessò. Nel 1164 l’arcicancelliere imperiale Rainaldo di Dassel, arcivescovo di Colonia, le sottrasse e passando in Lombardia, Piemonte, Borgogna, Renania, le traslò nella cattedrale della città tedesca, dove ancora oggi sono conservate. Milano cercò ripetutamente di riavere le reliquie:
il 3 gennaio del 1904, l’Arcivescovo
Ferrari fece collocare in Sant’Eustorgio alcuni frammenti ossei in un’urna di
bronzo con la scritta «Sepulcrum Trium Magorum». (tratto dal sito: http://www.santiebeati.it/)
L’Epifanìa dunque, è un momento particolare in cui un elemento comune, una persona, un evento diventa "rivelatore" del vero significato della vita a chi riesce a percepirne il valore simbolico finora invisibile.
da Maria Caterina Ranieri
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