Oggi nasce la neonata Rubrica “la Dottoressa AromaTerapia cura le Piante©” eh sì perché, chi meglio di un
componente vegetale può curare un altro Vegetale? Appunto…nessuno! ☺la condivisione biochimica è
innegabile!
Sono sicura, miei cari naviganti che mi seguite da tempo, che sapete
perfettamente di ciò di cui sto parlando, ma per chi non conoscesse l’oggetto
dell’argomento, provvedo subito a presentarvelo in modo esperienziale… e non
solo!
Immaginate che i vostri passi vi portino in un bel prato, meglio se
selvatico, un prato ricco di biodiversità dove la flora aromatica e ben
rappresentata… i vostri sensi saranno immediatamente rapiti dal silenzio, dal
cinguettio degli uccellini, (l’udito) e i vostri occhi saranno estasiati
dall’arcobaleno di colori vividi che avrete l’occasione di vedere… e già in
questa “festa,” potrete ritenervi soddisfatti, e invece no, perché c’è ancora
qualcos’altro di inebriante che giunge a voi, al vostro olfatto… un’invisibile,
ma forte presenza…
A questo punto lo avete capito di cosa parlo, n’est pas?
Parlo di quei meravigliosi effluvi odorosi che ad ogni passo nel nostro
prato “incantato” variano al variare
delle piante incontrate e che aprono diverse “Porte del tempo.”
I miei ex allievi sanno di cosa parlo, è argomento della lezione di
Aromaterapia del Corso Di Erba in Erba© mi riferisco ai nostri Ricordi…
Nel Viaggio verso di noi queste molecole odorose aprono, come una chiave,
un recettore, attraversano un filtro, l’osso etmoide,
entrano nei bulbi olfattivi e qui vanno direttamente nel nostro Sistema
limbico, un sistema molto antico preposto
a valutare le situazioni e a prendere velocemente decisioni utili alla
salvaguardia della specie dalla scelta delle fonti alimentari e di cura, alle
strategie di difesa, dalla ricerca del partner alla gestione emozionale e tanto
altro…
Oggi le Neuroscienze individuano nell’ippocampo (quella struttura
anatomica presente alla base del cervello dalla curiosa forma di un cavalluccio
marino) il centro recettivo dei principali segnali sensoriali provenienti
sia dal mondo esterno che da quello viscerale.
Queste cellule piramidali dell’ippocampo avrebbero formato una speciale
tastiera emotiva in grado di arricchire i ricordi soggettivi, ricordi che
vengono richiamati, immediatamente, proprio dai nostri effluvi odorosi
naturali...
Diversi sono stati i termini con cui è stato descritto nel tempo un olio essenziale (o.e.):
aroma, essenza e olio etereo, ma
nel 1972 la Farmacopea Francese (FF)
ne ha stabilito la nomenclatura in “Olio Essenziale”
Conosciamoli un pò’!
Gli oli
essenziali sono un fitocomplesso all’interno del fitocomplesso della pianta, per
comprenderlo meglio, pensiamo all’Universo con il sole al centro, il nostro Principio attivo, (P.A.) e i pianeti
più o meno grandi, una costellazione di microelementi fondamentali nel
coadiuvazione delle funzioni del p.a., ebbene,
diversi principi attivi compongono il nostro o.e.: quali alcoli,
aldeidi, chetoni, esteri, fenoli e terpeni volatili (monoterpeni e
sesquiterpeni).
I terpenoidi o isoprenoidi così chiamati perché sono caratterizzati dall’isoprene come unità strutturale, costituiscono il più vasto gruppo di composti vegetali: circa 30.000 molecole.
Sono composti da un numero
variabile di isopreni e in base a questo numero assumono lemmi diversi:
monoterpeni = 2
isopreni – 10 atomi di C – C10
sesquiterpeni = 3
isopreni – 15 atomi di C – C15
diterpeni = 4
isopreni – 20 atomi di C – C20
sesterterpeni = 5
isopreni – 25 atomi di C – C25
triterpeni = 6
isopreni – 30 atomi di C – C30
tetraterpeni ** = 8
isopreni – 40 atomi di C – C40
*C = atomo di Carbonio
** rappresentati prevalentemente
dai carotenoidi ce li avete presenti quali sono?
Certo che sì, tutti quei vegetali
gialli e arancioni li contengono carote, zucche, la curcuma!
(estratto dal Corso di Erboristeria Di Erba in Erba©)
Ruoli eco-fisiologici degli oli essenziali
Protezione da stress
meccanici e ambientali
La sintesi di isoprene aumenta anche in caso di carenza di
acqua con una funzione antiossidante.
Molte essenze
forestali (es. appartenenti a Populus spp. e Quercus spp.)
sintetizzano isoprene o monoterpeni nei cloroplasti fogliari a partire da
carbonio appena fissato con la fotosintesi e non conservano questi terpeni in
organi specializzati, ma li liberano immediatamente nell’atmosfera.
l’isoprene
svolge un ruolo molto importante anche nella stabilizzazione delle membrane dei
cloroplasti contro stress termici
Protezione dall’attacco
degli animali
Molti terpeni
conferiscono odore e sapore sgradevole alle foglie e ai frutti rendendoli poco
appetibili agli erbivori.
Le strutture
specializzate per immagazzinare i terpeni prodotti dalle piante sono i tricomi
ghiandolari delle piante aromatiche e i dotti resiniferi diffusi in molti
organi delle conifere.
La resina
ricca di monoterpeni, sesquiterpeni e diterpeni costituisce una barriera
fisico-chimica all’ingresso del parassita.
Questa resina che si esaurisce in
24-48 ore, si rigenera costituendo una resina secondaria, diversa nella sua
composizione dalla resina primaria a causa della presenza del parassita.
La composizione
chimica della resina secondaria differisce da quella della resina primaria perché
la pianta è in grado di modulare la produzione di terpeni in base al parassita presente
o terpeni che respingono gli insetti piuttosto che molecole in grado di attrarli
o il contrario dipende dalla situazione contingente.
Ricorderò
sempre, durante una vacanza in Toscana a Torre del Lago Puccini in cui per
recarsi al mare bisognava attraversare una pineta, pregustando delle splendide
passeggiate, mi munisco di sandali aperti, morbidi al tatto, una delizia
all’apparenza, ma micidiali nella realtà, che già dopo mezza giornata mi avevano creato
vesciche sulle mie delicate estremità…meno male le mie de fonseca, che mi hanno
salvato dal destino di camminare scalza in mezzo ai rovi… quindi il giorno dopo,
recandomi al mare con delle temperature da pieno Agosto…vedo gocciolare da
alcuni pini la resina…mi fermo un attimo, rifletto e penso: ”se cicatrizza i
tuoi tessuti mio caro amico, cicatrizzerai anche le mie vesciche,” detto,
fatto!
Prendo
diverse gocce di resina e le applico, ognuna, su ogni vescica, non ci crederete,
(ma provate!), dopo 24 ore erano già in via di guarigione…grande Mondo Vegetale,
eterna gratitudine!
Attrazione degli impollinatori
Il cineolo, un derivato
dall’idrato di terpina, sinonimo anche di eucaliptolo,
svolge una funzione di attrazione nei confronti di apoidei (le nostre apette) e di insetti
impollinatori che attratti dal profumo di queste sostanze visitano il fiore
diffondendone il suo polline.
Effetti
allelopatici
Nel processo
coevolutivo, le altre specie vegetali vengono “favorite” o “ostacolate” nel
loro insediamento pedologico attraverso l’emissione di diverse sostanze secondo
un disegno graduale della coevoluzione biochimica.
Alcune sostanze
terpeniche vengono prodotte dalle piante per limitare la germinazione dei semi,
inibendo la crescita sia degli individui della stessa specie che quelli
appartenenti ad altre specie
In breve,
ecco perché la pianta si dà tanta pena ad elaborare questi preziosi elisir
utilissimi anche per la nostra salute… ma avrete compreso leggendo queste mie
brevi righe che l’Aromaterapia curerà egregiamente anche le nostre preziose
Amiche-piante…perdonatemi il linguaggio un po' tecnico, ma alcuni argomenti lo
richiedono. ☺
Appassionatevi
e un mondo si aprirà d’innanzi a voi…a proposito, io iniziai a curarmi con
l’Aromaterapia a 22 anni, il mio medico curante faceva la sua diagnosi ed io
elaboravo la mia cura, di cui lui non voleva sapere nulla perché citando le sue
testuali parole: “E’ come il diavolo e l’Acqua Santa!” lui il primo ed io la
seconda, ovviamente!
A cura di
Maria Caterina Ranieri
Nessun commento:
Posta un commento