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sabato 3 giugno 2017

Siracide 38

Docente del Corso di Erboristeria “Di Erba in Erba©” Cromoterapeuta - Cromoestetica Floriterapeuta Mediterranea - esperta di Cosmesi naturale personalizzata, Consulente naturopata - vasta esperienza anche con bimbi e anziani -  Istruttore di “Tai Chi Chuan” e di “Tai Chi Kung” dello Stile Yang,della International Family Tai Chi Chuan Association e dell’ASC Sport – Ente di Promozione sportiva riconosciuta dal CONI -http://dierbainerba.blogspot.it - © Maria Caterina Ranieri – all rights reserved ॐ


Etimologia
Siracide dal greco Σοφία Σειράχ, sofía seirách, "sapienza di Sirach"; dal latino Siracides) è

“uno dei libri dell’Antico Testamento che i cattolici dicono deuterocanonici, i protestanti e gli ebrei apocrifi. 

Del testo si hanno tre recensioni indipendenti: ebraica (la lingua originale, completa per oltre due terzi), greca e latina; per Greci ed Ebrei il titolo del libro è Sapienza (o Sentenze) di Gesù figlio di Sirac o semplicemente Siracide (titolo quest’ultimo oggi prevalente soprattutto nell’uso liturgico), i Latini invece fin dal 3° sec. lo chiamarono Ecclesiastico, come esemplare dei libri il cui impiego era limitato al culto e all’istruzione dei catecumeni. 

L’autore, Gesù figlio di Eleazaro, figlio di Sirac, lo compose tra il 200 e il 180 a.C.; suo nipote fu l’autore della traduzione greca e di un prologo che l’accompagna. 

Opera sostanzialmente unitaria, il S. è frutto del magistero religioso dell’autore ai giovani aristocratici di Gerusalemme, ai quali insegna il culto di Dio, la tradizione e la legge. 

Precursore degli Scribi nello studio assiduo della legge scritta, il S. è però lontano dal loro legalismo formalistico: una volta compiuta l’identificazione tra la legge di Mosè e la Sapienza, dietro la legge palpita sempre lo spirito rinnovatore e creatore di Dio. (fonte: treccani.it)

Ovunque, con un po' di attenzione si possono cogliere dei grandi insegnamenti "esoterici" celati ai più, ma "cristallini" a coloro che vivono nel loro "centro." 

Semplicemente possiamo iniziare a centrarci partendo dal respiro...rallentiamolo, concentriamoci su di esso...

rallentiamo il flusso dei nostri pensieri, un giorno un monaco tibetano mi disse più o meno queste parole: "non lottare con i pensieri che sopraggiungono, lasciali andare, fà come se scrivessi sull'acqua, essi non potranno restare..."

creiamo il silenzio intorno a noi... 

beviamo un bel bicchiere d'acqua, i nostri corpi sono composti perlopiù da questo elemento...

provate ogni giorno e mi saprete dire!

 a cura di Maria Caterina Ranieri

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