Ecco cosa succede
quando laviamo i piatti o quando li lava la nostra lavastoviglie…ormai chi mi
segue da tempo conosce la mia attenzione alla salute che si esprime a 360° (o
almeno tento!)...
Ebbene, sembra
che la qualità dei materiali con cui sono realizzati i nostri piatti determini
un fatto alquanto inquietante, gli spot pubblicitari ci martellano sempre più
con i loro detergenti per stoviglie dall’alto potere sgrassante… bene
direte voi, e magari poi vien pure da riflettere:
"e cosa renderà tali
detersivi così sgrassanti?" già, ma c’è di più!
“[...] L'assorbimento di detersivi da parte dei piatti,
normalmente impiegati ad uso domestico per il consumo dei cibi, avviene a causa di incrinature nella
ceramica o nella porcellana:
per
fenomeno osmotico si ha una penetrazione dei prodotti chimico-tossici derivanti
da detersivi e brillantanti
all'interno del vasellame durante il lavaggio a mano in acqua calda o in
lavastoviglie.
Durante il successivo raffreddamento ed asciugatura del vasellame, i
pori presenti nella ceramica dei piatti tendono a richiudersi, intrappolando
così al loro interno le sostanze tossiche dei detersivi.
All'atto dell'aggiunta del cibo caldo sul fondo del piatto (es: pastasciutta, brodo, etc), il riscaldamento della
ceramica determina la riapertura dei pori, con dismissione quindi delle
sostanze tossiche all'esterno della ceramica, che entrano così a contatto con
il cibo.
Il rischio di contaminazione chimica da parte dei piatti
da cucine normalmente impiegati da tutti, può essere facilmente evidenziato
sottoponendo tali piatti ad un trattamento di micro-onde, allo scopo di
dimostrare la possibile penetrazione di liquidi (in questo caso solo acqua)
all'interno dei piatti da cucina.
Il fondo dei piatti viene infatti parzialmente riempito
con acqua distillata e posto nel forno a microonde. L'acqua presente nel piatto
si riscalderà subito. I piatti, invece, tenderanno a restare freddi soltanto se
l'acqua non sarà penetrata al loro interno attraverso gli eventuali pori
presenti nella loro ceramica o porcellana.
Se vi sarà presenza di pori, l'acqua penetrerà
all'interno dei piatti, e le micro-onde, riscaldando anche quest'acqua interna, renderanno calda la superficie
del piatto da cucina.
Si può anche condurre l'esperimento con un normale
reattivo chimico, che potrà attestare la presenza o meno di prodotti estranei
(potenzialmente chimico-tossici) nella ceramica del piatto.
I rimedi sono sostanzialmente quelli di impiegare piatti o
vasellame rivestiti di buona resina come la melaminica, oppure piatti non
incrinati e con la vetrina non usurata.
Particolare attenzione bisognerà dedicare alla scelta di
detersivi a bassa componente tossicologica.[...]”
(fonte: http://fiocco59.altervista.org/dieta%20pazienti%20oncologici.htm)
Parliamo ora della porosità dei
materiali delle stoviglie:
Per i piatti
La Ceramica: deriva da un
impasto di argilla e terre naturali cotto in forno. Per la sua economicità
trova largo impiego su scala industriale. Per i servizi da tavola è ormai
soppiantata dalla porcellana, immune dall’effetto “crudele” (di leggera
crepatura) che la ceramica può assumere con il tempo. Quando è rivestita con
smalti a base di piombo e stagno si parla di maiolica, materiale adatto per
produrre piastrelle e oggetti decorativi, ma non per la cucina e la tavola.
La Porcellana: è uno dei più importanti e pregiati prodotti ceramici. Inventata in Cina, e poi riprodotta in Occidente, è composta al 50% di caolino, il resto è per metà quarzo e per metà feldspato, minerale molto presente nella crosta terrestre. Le principali caratteristiche sono: durezza, lucentezza e una straordinaria capacità di non invecchiare. Particolarmente raffinata e pregiata (e perciò anche molto imitata) è la porcellana di Limoges (Francia).
La Bone china: è il top della porcellana, ottenuto nell’800 dall’inglese Josiah Spode aggiungendo all’impasto cenere di ossa di animali, che conferisce al piatto un’inconfondibile traslucenza e l’elegante color avorio. È molto costosa. Produzioni recenti di bassa qualità usano sostanze chimiche al posto della cenere d’ossa.
Il Gres: è un impasto argilloso di origine vulcanica che dà ai prodotti il caratteristico colore grigio chiaro. Ha una robustezza senza pari.
Il Vetro: molto usato negli anni 70-80 anche per piatti, insalatiere, fondine e ciotole, nella versione temperata è assai resistente agli sbalzi termici e all’usura. Può essere trasparente, opalino, colorato.
Non essendo
poroso, è
totalmente igienico (non trattiene batteri). Per evitare rigature
persistenti è meglio usare a contatto solo coltelli di buona qualità: i metalli
scadenti rilasciano sul vetro tracce nerastre.
Per i bicchieri
Il Vetro
e il cristallo: sono
i materiali più utilizzati. I bicchieri e i calici da vino devono essere
rigorosamente trasparenti: il colore non aiuta a distinguere il contenuto. Per
l’acqua ci si può divertire con i colori e i decori.
Il vetro “semplice” è il
più diffuso; poi ci sono il vetro temperato e il duralex resistenti agli sbalzi
termici e definiti infrangibili. Ma attenzione: infrangibile non vuol dire che
non si rompono, bensì che non si sbeccano e semmai, se cadono, si sbriciolano.
Il cristallo è il più trasparente, quindi pregiato. Per essere definito tale
deve contenere il 24% di piombo.
Intermedio fra vetro e cristallo è il
cristallino o vetro sonoro superiore, che ha una percentuale di piombo
abbastanza elevata da conferire al bicchiere una brillantezza simile al
cristallo, ma a prezzi più contenuti. […]
(fonte:
http://www.regione.emilia-romagna.it/consumatori/vademecum/2013/agosto/in-cucina-e-importante-scegliere-la-qualita-giusta)
Ecco
allora che l’utilizzo di un detergente realizzato con ingredienti commestibili risulta essere essenziale
vi ricordate del mio DeterLimonoso il detersivo per lavare in tranquillità le stoviglie a mano o in lavastoviglie
e se i piatti sono molto grassi? Il nostro amico bicarbonato sarà un amico
insostituibile, parola di Maria Caterina Ranieri!
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