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Antico Esercizio Esseno di Purificazione e Salute di Maria Caterina Ranieri

Miei cari naviganti ecco un Antico Esercizio Esseno da praticare ogni volta che ne sentite la necessità durante le vostre escursioni nel...

lunedì 6 febbraio 2017

Stoviglie veramente pulite?

Docente del Corso di Erboristeria “Di Erba in Erba©” Cromoterapeuta - Cromoestetica Floriterapeuta Mediterranea - esperta di Cosmesi naturale personalizzata, Consulente naturopata - vasta esperienza anche con bimbi e anziani -  Istruttrice di “Tai Chi Chuan” http://dierbainerba.blogspot.it - © Maria Caterina Ranieri – all rights reserved ॐ


Ecco cosa succede quando laviamo i piatti o quando li lava la nostra lavastoviglie…ormai chi mi segue da tempo conosce la mia attenzione alla salute che si esprime a 360° (o almeno tento!)...


Ebbene, sembra che la qualità dei materiali con cui sono realizzati i nostri piatti determini un fatto alquanto inquietante, gli spot pubblicitari ci martellano sempre più con i loro detergenti per stoviglie dall’alto potere sgrassante… bene direte voi, e magari poi vien pure da riflettere:
 "e cosa renderà tali detersivi così sgrassanti?" già, ma c’è di più!





[...] L'assorbimento di detersivi da parte dei piatti, normalmente impiegati ad uso domestico per il consumo dei cibi, avviene a causa di incrinature nella ceramica o nella porcellana:

per fenomeno osmotico si ha una penetrazione dei prodotti chimico-tossici derivanti da detersivi e brillantanti all'interno del vasellame durante il lavaggio a mano in acqua calda o in lavastoviglie.



Durante il successivo raffreddamento ed asciugatura del vasellame, i pori presenti nella ceramica dei piatti tendono a richiudersi, intrappolando così al loro interno le sostanze tossiche dei detersivi.



All'atto dell'aggiunta del cibo caldo sul fondo del piatto (es: pastasciutta, brodo, etc), il riscaldamento della ceramica determina la riapertura dei pori, con dismissione quindi delle sostanze tossiche all'esterno della ceramica, che entrano così a contatto con il cibo.



Il rischio di contaminazione chimica da parte dei piatti da cucine normalmente impiegati da tutti, può essere facilmente evidenziato sottoponendo tali piatti ad un trattamento di micro-onde, allo scopo di dimostrare la possibile penetrazione di liquidi (in questo caso solo acqua) all'interno dei piatti da cucina.



Il fondo dei piatti viene infatti parzialmente riempito con acqua distillata e posto nel forno a microonde. L'acqua presente nel piatto si riscalderà subito. I piatti, invece, tenderanno a restare freddi soltanto se l'acqua non sarà penetrata al loro interno attraverso gli eventuali pori presenti nella loro ceramica o porcellana.



Se vi sarà presenza di pori, l'acqua penetrerà all'interno dei piatti, e le micro-onde, riscaldando anche quest'acqua interna, renderanno calda la superficie del piatto da cucina.


Si può anche condurre l'esperimento con un normale reattivo chimico, che potrà attestare la presenza o meno di prodotti estranei (potenzialmente chimico-tossici) nella ceramica del piatto.

I rimedi sono sostanzialmente quelli di impiegare piatti o vasellame rivestiti di buona resina come la melaminica, oppure piatti non incrinati e con la vetrina non usurata.


Particolare attenzione bisognerà dedicare alla scelta di detersivi a bassa componente tossicologica.[...]” 
(fonte: http://fiocco59.altervista.org/dieta%20pazienti%20oncologici.htm)



Parliamo ora della porosità dei materiali delle stoviglie:


Per i piatti


La Ceramica: deriva da un impasto di argilla e terre naturali cotto in forno. Per la sua economicità trova largo impiego su scala industriale. Per i servizi da tavola è ormai soppiantata dalla porcellana, immune dall’effetto “crudele” (di leggera crepatura) che la ceramica può assumere con il tempo. Quando è rivestita con smalti a base di piombo e stagno si parla di maiolica, materiale adatto per produrre piastrelle e oggetti decorativi, ma non per la cucina e la tavola.


La Porcellana: è uno dei più importanti e pregiati prodotti ceramici. Inventata in Cina, e poi riprodotta in Occidente, è composta al 50% di caolino, il resto è per metà quarzo e per metà feldspato, minerale molto presente nella crosta terrestre. Le principali caratteristiche sono: durezza, lucentezza e una straordinaria capacità di non invecchiare. Particolarmente raffinata e pregiata (e perciò anche molto imitata) è la porcellana di Limoges (Francia).


La Bone china: è il top della porcellana, ottenuto nell’800 dall’inglese Josiah Spode aggiungendo all’impasto cenere di ossa di animali, che conferisce al piatto un’inconfondibile traslucenza e l’elegante color avorio. È molto costosa. Produzioni recenti di bassa qualità usano sostanze chimiche al posto della cenere d’ossa.


Il Gres: è un impasto argilloso di origine vulcanica che dà ai prodotti il caratteristico colore grigio chiaro. Ha una robustezza senza pari.


Il Vetro: molto usato negli anni 70-80 anche per piatti, insalatiere, fondine e ciotole, nella versione temperata è assai resistente agli sbalzi termici e all’usura. Può essere trasparente, opalino, colorato. 

Non essendo poroso, è totalmente igienico (non trattiene batteri). Per evitare rigature persistenti è meglio usare a contatto solo coltelli di buona qualità: i metalli scadenti rilasciano sul vetro tracce nerastre.


Per i bicchieri


Il Vetro e il cristallo: sono i materiali più utilizzati. I bicchieri e i calici da vino devono essere rigorosamente trasparenti: il colore non aiuta a distinguere il contenuto. Per l’acqua ci si può divertire con i colori e i decori. 
Il vetro “semplice” è il più diffuso; poi ci sono il vetro temperato e il duralex resistenti agli sbalzi termici e definiti infrangibili. Ma attenzione: infrangibile non vuol dire che non si rompono, bensì che non si sbeccano e semmai, se cadono, si sbriciolano.
Il cristallo è il più trasparente, quindi pregiato. Per essere definito tale deve contenere il 24% di piombo. 
Intermedio fra vetro e cristallo è il cristallino o vetro sonoro superiore, che ha una percentuale di piombo abbastanza elevata da conferire al bicchiere una brillantezza simile al cristallo, ma a prezzi più contenuti. […]

(fonte: http://www.regione.emilia-romagna.it/consumatori/vademecum/2013/agosto/in-cucina-e-importante-scegliere-la-qualita-giusta)


Ecco allora che l’utilizzo di un detergente realizzato con ingredienti commestibili risulta essere essenziale vi ricordate del mio DeterLimonoso il detersivo per lavare in tranquillità le stoviglie a mano o in lavastoviglie e se i piatti sono molto grassi? Il nostro amico bicarbonato sarà un amico insostituibile, parola di Maria Caterina Ranieri!


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